... le risorse idriche di Genova e le relative grandi costruzioni ...

(desunto dalla rivista "Il Geometra Ligure" n° 2/2009 redatto a cura del redattore della rivista medesima geom. Franco Garbarino)

 

L’acqua é tra i principali costituenti degli ecosistemi ed é alla base di tutte le forme di vita conosciute, uomo compreso. La stessa origine della vita umana é dovuta alla presenza di acqua nel nostro pianeta. L’uomo ha riconosciuto sin dai tempi antichissimi l’importanza dell’acqua per la vita, identificandola come uno dei principali elementi costitutivi dell’universo, attribuendogli un profondo valore simbolico, riscontrabile anche nelle principali religioni. L’acqua ha altresì svolto un ruolo fondamentale nello sviluppo delle prime civiltà antiche, che erano localizzate lungo i grandi fiumi dell’Oriente nonché nell’intero bacino del Mar Mediterraneo. Infatti i grandi bacini fluviali costituivano un’opportunità per migliorare la fertilità dei terreni e facilitavano i trasporti, mentre i mari facilitavano i commerci ed i contatti culturali tra popoli lontani, con la formazione di civiltà prevalentemente dedicate al commercio.

Sulla Terra si stima un volume di acqua complessivo pari a circa 1,36 miliardi di Km3, di cui solo il 2,5% é rappresentato dall’acqua dolce, di cui circa i 2/3 di quest’ultima si trova nei ghiacciai della Groenlandia e Antartide, che costituisce principale riserva di acqua dolce nel nostro pianeta (indispensabile per l’uomo). Purtroppo a seguito della fusione dei ghiacciai  per l’effetto serra, l’acqua dolce degli stessi si mescola con quella salata del mare, diventando inutilizzabile per l’uomo.

Genova, città di mare di antichissime origini, ha sempre sviluppato la propria principale attività attraverso il commercio, sfruttando la sua localizzazione rispetto al mar mediterraneo, ma la vera espansione avvenne attorno agli anni 1000, in epoca romana. Basti pensare alla realizzazione dei diverse  mura di cinta della città, fatte a raggio sempre più larghe per permettere la protezione dell’abitato, successivamente inglobate dallo stesso o demolite e interrate per fare spazio a nuove costruzioni. In tale epoca, per sopperire alle esigenze di approvvigionamento di acqua, essenziale sia per la vita degli abitanti, quanto per le attività di mulini, opifici e rifornimento della navi che approdavano al Molo, venne realizzato il primo importante acquedotto, meglio conosciuto come acquedotto storico di Genova, che inizialmente attingeva acqua dal Veilino (agglomerato sulle alture di Staglieno), successivamente, intorno al 1300 la captazione  venne espansa lungo il Trensasco, per poi raggiungere intorno a metà del 1600 la cosidetta Presa di Bargagli.

Tale situazione rimase pressapoco immutata fino, fino alla fine del 1800. Con l’era industriale, a seguito dell’esigenza di ulteriore quantità di risorse idriche, si ebbe una notevole risvolta.

Nel 1883 hanno avuto inizio i lavori per la costruzione dei due laghi artificiali del Gorzente, da parte della Società dell’Acquedotto De Ferrari, il Lago Lavezze (poi successivamente chiamato Bruno in onore del suo ideatore ed esecutore dei lavori ing. Nicolò Bruno) e successivamente il Lago Lungo. Nel 1914, viene costruito sempre da detta società il Lago Badana, sulla costa Lavezzara. Il tutto ad alimentare parte della rete idrica della città.

Detti laghi si trovano nell’Appennino Ligure, i primi due a confine tra la Provincia di Genova e quella di Alessandria, il terzo interamente nel territorio piemontese, all’interno dei comprensori dei Comuni di Campomorone e Ceranesi per la Provincia di Genova, e Comune di Bosio, per la Provincia di Alessandria.La capacità complessiva di detti invasi è di oltre 12 milioni di mc., che alimentano parte del centro e ponente genovese.

Negli anni ’20, è stato realizzato l’invaso della Val di Noce, posto nel territorio del Comune di Montoggio.

Trattasi anch’esso di un invaso artificiale posto all’interno dell’Appennino circondato da boschi di castagni e carpini, in zona quasi assolutamente incontaminata, fatta eccezione della diga.

Quest’ultima, fu costruita tra il 1924 ed 1930, alta ml 56 in calcestruzzo del tipo a gravità, arcuata orizzontalmente. Un lapide, a fianco della casa del custode ricorda i 7 lavoratori caduti (per l’esattezza precipitati) durante la costruzione. Sul fronte della diga è posto un simbolo, che viene identificato sia come grifone simbolo di Genova che come leone alato, simbolo di Venezia e probabilmente simbolo della ditta costruttrice SADE (Società Adriatica di Elettricità) nota per la catastrofe del Vajont. Il Lago del Val Noci ha una capacità di circa 3,3 milioni di metri cubi.

 

Finita la seconda guerra mondiale, la città di Genova, come le restanti metropoli che hanno subito ingenti danni, ha dovuto provvedere alla ricostruzione ed al recupero di quanto purtroppo l’evento bellico ha distrutto o quantomeno gravemente lesionato.

 

Gli anni 50-60 hanno caratterizzato il boom industriale ed urbanistico, con la realizzazione di grandi opere ed infrastrutture. Basti pensare allo sviluppo socio-economico del ponente, nonché ampliamento della città lungo le arterie Val Bisagno, Val Polcevera, e lungo il litorale.

 

Venne così deciso di sfruttare la rigogliosa Val Brugneto, posta alle spalle di Genova, nell’entroterra genovese, nell’ambito del bacino imbrifero del Trebbia. La val Brugneto consiste in una immensa valle alla base del quale é stato realizzato il Lago del Brugneto, avente una superficie territoriale di 25 Kmq. Posta nei territori dei Comuni di Propata, Torriglia e Rondanina, contornata da numerosi borghi rurali, immersa nel verde.

 

I lavori per la costruzione di questa immensa opera, hanno avuto inizio negli anni 1955-56, il cui primo lotto era stato aggiudicato alla ditta Parini. L’intervento ha interessato la costruzione dell’arteria viaria per accedere all’attuale diga, che diparte dalla Frazione di Santa Maria del Porto di Torriglia, lungo un tracciato a mezza costa con alcuni tornanti nella parte finale, che scende verso la valle. Attualmente detta strada risulta ancora di proprietà della già Amga ora Mediterranea delle Acque.

 

Successivo importante intervento necessario per l’apprestamento del cantiere é stato la realizzazione di adeguata linea elettrica a 30.000 Volt, con innesto dalla rete principale all’epoca esistente a Montebruno ossia a oltre 5 Km. di distanza dall’area di cantiere, in quanto nella zona esisteva solo da pochi decenni una rudimentale linea elettrica a servizio dei borghi rurali (anche se non tutte le abitazioni non erano servite da detto impianto).

 

Dopo l’apprestamento delle opere principali suddette, i successivi lavori venivano eseguiti dall’Impresa Umberto Girola, con il montaggio degli impianti necessari per un opera così importante. Venivano realizzate dapprima le opere accessorie quali gallerie di derivazione e avandiga, per poi procedere alla costruzione della diga di sbarramento, di colossali dimensioni. Le ditte incaricate alla realizzazione di tale opere, a seguito della notevole quantità di inerte necessario per la sua realizzazione dopo opportune analisi ed accertamenti individuarono nel comprensorio del Comune di Torriglia, in Località comunemente denominata “Vallà”, (posta a monte della Strada Provinciale del Brugneto, a circa 3 Km del Capoluogo) un sito per l’apertura di una cava ove venivano estratte le pietre, frantumate nelle varie pezzature necessarie, e per poi essere trasportate negli impianti di betonaggio. A seguito della corretta e laboriosa attività di cantiere, con turnazione di personale continuata, alla fine del 1960 i lavori vennero ultimati al rustico.

Prima di procedere al riempimento dell’invaso, è stato affrontato altro importante ed imponente lavoro. Quello di pulizia di tutto il bacino, con taglio di alberi, demolizione delle costruzioni esistenti (compreso l’intera frazione Frinti del Comune di Rondanina) sgombro della vegetazione esistente, e asportazione di tutto il materiale. Questa importante operazione ha consentito di ridurre notevolmente la quantità di manganese presente, nella fase di gestione iniziale dei laghi artificiali.

Le principali caratteristiche tecniche della diga sono le seguenti:

Altezza massima: circa ml 80,00

Larghezza al piede circa ml. 25,00

Larghezza alla sommità. Circa ml. 5,00

Parete interna pressoché verticale e parete esterna con pendenza massima di circa 25%, con interposti all’esterno n° 12 speroni.

 

 

 

 

 

Nel qualtempo vennero realizzate le opere per l’apprestamento del bacino, veniva altresì realizzato il canale per il trasporto dell’acqua dell’invaso ai filtri, posti in prossimità di San Cosimo di Struppa, per poi poter effettuare la distribuzione dell’acqua alla città.

La rete di adduzione veniva integrata altresì con una centrale idroelettrica posta in prossimità del Rio Canate. Per poter usufruire maggiormente dell’acqua, anche per scopi di produzione elettrica, è stato realizzato un canale di modestissima pendenza (0,1%) compreso il ponte Ceriale sul Rio Laccetto in prossimità del Capoluogo di Torriglia e del Torrente Laccio.

 

Con tale accorgimento è stato possibile realizzare una condotta parziale avente un dislivello di ml 532,93 che alimenta la centrale idroelettrica.

Da detta centrale, sempre attraverso idonei canali l’acqua raggiunge i filtri, per poi essere distribuiti nella città.

Il contesto circostante l’attuale invaso del Brugneto, denominato appunto Val Brugneto, risulta posto nei comprensori dei Comuni di Torriglia, Propata e Rondanina, circondato da boschi e areea verde circostanti i nuclei rurali. Il tutto nell’ambito del Parco Regionale dell’Antola.

La Val Brugneto è caratterizzata da un clima fresco, con indice di piovosità assai elevato (oltre 2000 mm. Annui). Il versante nord è caratterizzato da ampi boschi di faggi e castagni, mentre il versante sud, é più soleggiato con numerosi insediamenti abitativi.

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